Istat BES 2014: i dati su Internet e innovazione
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Ricerca e innovazione costituiscono una determinante indiretta del benessere. Sono alla base del progresso sociale ed economico e danno un contributo fondamentale allo sviluppo sostenibile e durevole. Nell’identificazione delle dimensioni di analisi sono state privilegiate quelle che più si prestano a cogliere i fenomeni della ricerca, dell’innovazione e delle capacità professionali di alto livello. Gli indicatori di ricerca e innovazione prescelti fanno riferimento a distinte dimensioni della conoscenza: creazione, applicazione e diffusione.
Questo è l'incipit dei dati presentati oggi dall'Istat ed il quadro non è molto confortante.
La quota di Pil per ricerca e sviluppo diminuisce, aumentando la nostra distanza dal resto d'Europa. Calano anche le domande di brevetto e peggiora la capacità brevettuale del nostro Paese rispetto a quella Europea. Inoltre, in Italia il peso economico dei settori ad alta tecnologia è tra i più bassi in Europa, con conseguenze preoccupanti.
Per quanto riguarda la diffuzione della conoscenza tecnologia, l'utilizzo di internet aumenta ma non a ritmo necessario a ridurre le consistenti differenze con il resto d'Europa. I divari tecnologici vedono sfavoriti il Mezzogiorno, gli anziani, le donne e le persone di status più basso, ma diminuiscono le differenze sociali.
L'occupazione nell'high tech tiene ma non aumenta. Con il 3,3% degli occupati totali, si attesta su livelli più bassi rispetto a quelli registrati nei principali Paesi europei, quali Germania e Francia, sia rispetto alla media europea (3,8%).
Lazio e Lombardia investono di più nell'high-tech, ma il sud recupera.
Riguardo la capacità di usare Internet e le tecnologie della comunicazione, nel 2013 il 56% delle persone di 16-74 anni ha usato Internet almeno una volta a settimana, con un aumento di 3,4 punti percentuali rispetto all'anno precedente quando la quota di utenti era del 52,6%. La distanza rispetto alla media europea (72%) è ancora ampia (16 p.ti percentuali) e l'Italia si colloca agli ultimi posti della graduatoria. Il divario con la media europea era di 10 p.ti percentuali nel 2004 ed è aumentato nel periodo 2005-2008 fino a raggiungere i 19 p.ti percentuali per poi ridursi leggermente.
In Italia permangono differenze molto forti in ambito territoriale, sociale, di genere e di generazione. In particolare, si riducono le differenze tra il Nord e il Centro del Paese ma rimangono sostanzialmente invariate quelle tra Nord (60,7%) e Sud (47,1%). Si riducono, invece, le differenze generazioni, in particolare tra i giovani di 16-24 anni e gli adulti tra i 55 e i 64 anni. Aumenta di quasi 6 punti percentuali la quota di utilizzo di Internet tra le persone di 35-44 anni, che passa dal 62% del 2012 al 67,8% del 20013, avvicinandosi a quella dei giovani di 16-24 anni.
Si riduce anche il divario tra uomini e donne: da 10,7 punti nel 2012 a 9,1 nel 2013.
Le differenze sociali restano forti ma sono in leggera diminuzione. La quota di chi utilizza Internet settimanalmente aumenta tra le persone con al massimo la scuola dell'obbligo (dal 30,4% al 32,8%) e soprattutto tra gli individui con diploma (dal 68,7% al 73,1%), mentre tra i laureati l'uso di Internet è rimasto sostanzialmente stabile (dall'84,6% al 85,7%). Si riducono anche le differenze dovute alla professione: in particolare, tra gli operatori e apprendisti l'uso di Internet aumenta dal 48% del 2012 al 51,5% del 2013 e tra i lavoratori in proprio e coadiuvanti dal 55,3% al 60,4%.
In entrambi i casi siamo, però, ancora lontani dai livelli dei dirigenti, imprenditori, liberi professionisti e dei direttivi, quadri e impiegati che superano l'83%.
Fonte: Istat BES 2014
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