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Gli effetti della pandemia e 2 modi per far ripartire la tua azienda.

ecommerce e digital, strumenti per ripartire dopo il lockdown

La pandemia da Covid-19 ha sconvolto le nostre vite con ricadute, oltre che sanitarie, anche sociali ed economiche. Nessuno ancora sa come sarà la fase 2, tutti facciamo ipotesi e pronostichiamo date ma ciò che è certo è che bisogna dotarsi di pazienza e prepararsi a un 2020 anomalo, consapevoli che il rientro alla normalità sarà graduale e programmato (per fasce di età, per aree geografiche, ...), anche perché il rischio che l'epidemia riprenda è elevato.

Ora c'è da fare i conti con la situazione di emergenza, con la limitazione alla capacità di aggregazione e di spostamento che necessariamente si protrarranno ancora. Nel prossimo futuro sarà necessario ripensare lo stesso modo di vivere, lavorare e incontrarsi. Ci sono proiezioni che dicono che nulla sarà come prima (almeno fino alla diffusione del vaccino che si stima non sarà pronto prima del primo trimestre del 2021) e che dovremo imparare a vivere con la paura del contagio e delle epidemie, così come ci siamo abituati a convivere con il terrorismo e con l'infezione da virus Hiv.

Effetti sociali
In epoca di pandemia siamo costretti a stare in casa e il web, in primis i social network, sta svolgendo un duplice ruolo: è uno strumento con cui informarsi, ma anche uno strumento per restare in contatto con gli altri. Nel mese di marzo l'uso dei social media è cresciuto in Italia del 30% mentre il consumo di news ha registrato un +125%. Interessante notare l'aumento della applicazioni che riguardano l'instant messaging (whatsapp e messenger), impennata che ha fatto registrare un +90%.

La TV al tempo del Corona virus
Anche la tv registra un boom di ascolto con dati impressionanti: una media di 5,46 ore al giorno davanti alla Tv con 30 milioni di telespettatori in serata. Oggi il tempo della tv accesa non corrisponde al tempo del divano poiché il televisore acceso scandisce le attività giornaliere, di navigazione internet, di telefonate, di pranzi e cene. L'offerta di programmi di informazione è aumentata di 8 mila minuti nel periodo 8-30 marzo rispetto agli stessi giorni dell'anno precedente. Rainews24 e Skytg24 hanno registrato gli incrementi più elevati, rispettivamente del 110 e 101 per cento (fonte Auditel). L'interrogativo ora è sul futuro: la crisi dei consumi che inevitabilmente c'è, e ci sarà per i prossimi mesi, che impatto avrà sulla pubblicità?

Secondo alcune proiezioni, il 45% delle aziende taglierà le attività di marketing, il 49% ridurrà gli investimenti in pubblicità e il 33% rimanderà il lancio di nuovi prodotti. A farne le spese sicuramente gli eventi e l'Out of home (affissioni e cartellonistica stradale, grandi impianti), ma anche la stampa e la Tv.
La pubblicità attraverso il digital (sponsorizzazioni su instagram e facebook, campagne pubblicitarie su Google e Youtube) potrebbe essere l'unico settore a tenere per due motivi:
1. il digital dà la possibilità di veicolare un messaggio personalizzato (età, geolocalizzazione, interessi, intenzioni d'acquisto) rispetto alla Tv, radio e carta stampata, ottimizzando il budget poiché ha un costo di copertura inferiore;
2. il web dà la possibilità di reindirizzare l'audience direttamente sul proprio sito e-commerce o su una landing-page in grado di generare contatti. Quindi il ritorno sull'investimento delle campagne pubblicitarie online è quantificabile. Dato conoscitivo fondamentale in epoca di budget ristretti.

Effetti economici
Pe un bel po' non torneremo alla normalità e dovremo cambiare tutto quello che facciamo. Tutte le aziende dovranno ripensare gli spazi fisici, modificare le relazioni con i fornitori e i clienti e soprattutto rispettare le restrizioni normative e il distanziamento sociale imposto ora e (spero) solo consigliato in futuro.
Riconvertire le linee di produzione, riposizionarsi sui canali di comunicazione puntando su nuove piattaforme di relazione e vendita, gestire al meglio le proprie persone, riprogrammare i processi: credo siano questi i concetti chiave che caratterizzeranno la fase 2 di questa pandemia.
Secondo alcuni studiosi le imprese, anche quelle più piccole, dovranno ripensarsi puntando a un concetto di personalizzazione di prodotto e servizio su misura.

La rinascita passa dal digitale
Nel mese di marzo, gli showroom sono stati chiusi, la produzione si è bloccata, la vendita offline è stata sospesa mentre i negozi online hanno continuato, pur tra mille difficoltà, la loro attività. In questa nuova economia di guerra anche i più piccoli pensano nuove strategie di produzione, distribuzione e comunicazione. In passato le grande imprese erano in concorrenza per uno spazio limitato sugli scaffali dei negozi, provando a conquistare la fiducia dei consumatori attraverso le campagne pubblicitarie. Ora le piattaforme internet consentono anche alle piccole realtà di aggirare i punti vendita e guadagnare immediatamente la fiducia del pubblico.
Il digitale diventa quindi la carta vincente in un tavolo da gioco con regole tutte da riscrivere e con modelli da ricalibrare.

La crisi come acceleratore dell'adozione digitale
Le aziende che nei primi giorni dell'emergenza Covid hanno visto il fatturato dimezzarsi, superato il primo momento di sconforto, hanno capito che non potevano piangersi addosso. Chi ha potuto, soprattutto nel food, ha attivo servizi di home delivery. Per far fronte al picco di richieste, i negozi di alimentari hanno potenziato il personale dedicato all'online, sia per quanto riguarda la fase di preparazione che per le consegne a domincilio. Sono sicuro che anche dopo questa emergenza, l'home delivery sarà un servizio da poter offrire al consumatore.
Già prima dell'emergenza si era consapevoli dell'importanza strategica del canale online, ma visto il momento, quasi tutti hanno deciso di modificare la tabella di marcia per l'attivazione di questi servizi dando un'accelerata all'e-commerce.

Noi già sviluppiamo questi servizi, facciamo questo di mestiere.
Hai intenzione di avviare un e-commerce? Pensi che la vendita online potrebbe compensare la perdita di incassi del tuo negozio?
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Mauro De Carlo

Journalist and co-founder Decalab srl. Creative Tech and Digital Enabler. Help to achieve #DigitalTransformation and #Industria40. Addicted #Netflix. Love food, travel and politics.

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